Chi era Cardinal Bainbridge?
April 8th , 2020 Tagged with: Cardinale Christopher Bainbridge • Collegio Inglese • Enrico VIII • Giulio II • Vetralla • WolseyChi era il Cardinale Bainbridge ?
Guardando gli stemmi del monumento collocati sullo scalone del Comune di Vetralla, viene naturale voler sapere di più del alto prelato, così importante da essere immortalato insieme al Re d’Inghilterra (e Francia) Enrico VIII e al Papa Giulio II della Rovere. Per più di 500 anni questo misterioso cardinale è stato dimenticato a Vetralla perché scrittori locali confusero il suo nome-Bainbridge- con quello di un altro cardinale inglese, Christopher Urswick. Riportando il nome Urswick (storpiato in Ursovico) nell’arco di 200-300 anni, ha fatto si che il nome di Bainbridge fosse completamente dimenticato, fino al 1999, quando è stato identificato da questa scrittrice.
Christopher Bainbridge nacque in Inghilterra e frequentò Oxford, poi venne in Italia per studiare legge a Ferrara e Bologna dove prese il dottorato in legge civile nel 1492. Tornato in Inghilterra si trova a fare l’avvocato alla corte di Enrico VIII ma nel 1500 era di nuovo a Roma per il Giubileo con suo zio, Thomas Langton, Arcivescovo di Canterbury. Anche Bainbridge entrò nella carriera religiosa ed fu nominato Vescovo di Durham (1507) e poi l’Arcivescovo di York (1508). A Knoll, il magnifico castello di Enrico VIII, Bainbridge ricevette nel 1509 il mandato dal suo giovane re per intavolare negoziati alla corte di Roma e seguire gli interessi inglesi. Tornò a Roma con tre idee fisse: riconciliare Venezia con il Papato, formare una lega anti-francese, e se possibile, ottenere il cappello cardinalizio per un ‘inglese. Ebbe molto successo nella carriera curiale arrivando al sospirato traguardo il 10 marzo 1511.
La sua nomina fu di carattere politico, in rispetto del Re d‘Inghilterra, ma fu anche benvoluto dallo scorbutico Papa Della Rovere che lo ospitò, in forma privata nel suo castello di Ostia nell’agosto del 1511. Per convincere Enrico VIII ad allearsi con il Papato nella campagna contro Ferrara, fece allo stesso un regalo, a nome del Papa, di cento forme di Parmigiano e molti barili di vino. Il 4 ottobre 1511 il documento per la Lega Santa che incluse l’Inghilterra fu firmato nel concistoro. Come riconoscenza il Papa gli donò, il 15 ottobre 1511, il castello e paese di Vetralla, un posto di tal importanza nel Patrimonio di S. Pietro, che poteva essere affidato solo ad un cardinale di provata fiducia come i vari Cybo, Farnese, deVico e Borgia che lo avevano preceduto.
Vetralla era sempre associata con cardinali di stampo militare e Bainbridge aveva partecipato alle battaglie di Giulio II nel nord Italia come Cardinale Legato.
Il nuovo cardinale fece buon uso della sua giurisdizione sul paese, sulla fortezza e il distretto di Vetralla. In una lettera ad Enrico VIII, datata 31 gennaio 1513, racconta di aver imprigionato due traditori nel castello del quale il Papa gli aveva dato pieno potere sia spirituale che temporale. Per celebrare l’apice della sua carriera nell’estate del 1512, Bainbridge provvedette a far scolpire gli stemmi che dal 1700 campeggiano sullo scalone del Comune di Vetralla. Il disegno della lastra marmorea rappresenta perfettamente il suo importante ruolo presso la corte romana-accanto al suo Papa e al suo Re .
Giulio II muore nel 1513 e col suo successore, Leone X (Giovanni de’ Medici) Bainbridge ottenne altri benefici: il priorato di Santa Croce de Rossano a Vicenza e l’amministrazione di San Gianbattista a Treviso. Il più importante dei benefici fu concesso con una bolla papale datata 29 novembre 1513 : Cardinale Protettore a vita dell’Ordine Cistercense. Ebbe molti amici fra i potenti suoi contemporanei e corrispondeva con il Marchese di Mantova, Francesco Gonzaga, gli Sforza di Milano, i Dieci di Venezia -Foscari, Grimani e Giustiniani (che gli mandavano moscato di Creta e caviale), l’Imperatore Massimiliano, Caterina d’Aragona, e Margherita di Savoia. Fra i cardinali contava come amici Remolines, Del Monte, Riario della Rovere, Carretto, e Giulio de’Medici. Lo stimavano così tanto da eleggerlo Camerlengo del Collegio dei Cardinali nel 1514.
Purtroppo ebbe anche alcuni nemici. Uno di questi, Silvestro Gigli diventato Vescovo di Worcester nel 1497, svolse un ruolo analogo a quello di Bainbridge come ambasciatore fra il Papato e la corona inglese. Fu Gigli a portare in Inghilterra la dispensa per il matrimonio di Enrico VIII con Caterina d’Aragona. Tornò nel 1512 come rappresentante speciale al Concilio Lateranense, ma tanti storici sostengono che era veramente un agente speciale del potente Cardinale Wolsey.
Bainbridge comunicò al Re i suoi sospetti su Gigli, presupponendo che lavorasse segretamente per gli interessi francesi e contro quelli inglesi. Quando morì Bainbridge, Gigli volle prendere il suo posto e chiese insistentemente il capello cardinalizio arrivando anche a cercare di corrompere il Papa offrendo danaro.
Il Cardinale Bainbridge morì durante la notte del 14 luglio 1514 ma i funerali furono celebrati solo il 31 luglio. Il ritardo fu causato dal gran furore di sospetti che si fosse trattato di avvelenamento quindi fu aperta un’inchiesta. Nel frattempo furono fatte al Collegio Inglese elaborate preparazioni per il funerale al quale parteciparono 14 Cardinali. Un muro fu rimosso per fare più spazio e la chiesa fu decorata con quadri e una specie di baldacchino in legno fu montato fuori della porta. Le spese ammontarono a quasi 1.400 ducati essendo stato fatto uso di moltissime torce e candele. Re Enrico VIII fu informato della morte e del risultato dell’autopsia dove i medici rilevarono che la parte destra del cuore presentava delle anomalie.
Il “collega ambasciatore” Gigli, fu sospettato di averne architettato la morte ma, non era perseguibile perché godeva dell’immunità diplomatica. I sospetti caddero su un “pretino”, Raynaldo di Prato di Modena, che viveva in casa Bainbridge come domestico. Una confessione fu “estorta” a Raynaldo da Modena che dichiarò, sotto tortura, di aver comprato veleno a Spoleto e di averlo messo nella minestra del cardinale intorno al giorno del Corpus Domini ( 15 giugno). Il Cardinale fu colto da malessere ma dopo un clistere, uscì la stessa sera per una cena a casa del Cardinale Carlo del Carretto.
Il giorno dopo fu colto di nuovo da una colica e non si alzò più dal letto. Durante questo tempo Bainbridge conferì con altri colleghi, scrisse varie lettere al Re, “mise in ordine” le sue cose e confidò al Cardinale Remolines le sue ultime volontà. Altre possibili concause della morte del Cardinale, potevano ricercarsi nella riacutizzazione della malaria, nell’ignoranza dei medici e per la vita convulsa degli ultimi cinque anni.
Il sospettato Raynaldo morì il 31 agosto 1514 a causa di una coltellata che il “pretino“ si inferse . Confessò al medico tre ore prima di morire, che voleva vendicarsi per una bastonata ricevuta da Bainbridge e aveva accusato il Gigli solo per sviare le indagini per un furto del valore di 200 ducati perpetrato a danno del Cardinale . Questo equivoco “pretino” fu un personaggio comunque benvoluto da Bainbridge che gli assegnò la chiesa di Sant’Andrea a Vetralla, dalla quale ricavava 24 ducati l’anno. E’ anche possibile che Raynaldo fosse un’astuta spia che faceva il doppio gioco, lavorando sia per Gigli sia per Bainbridge.
Sul sarcofago del Cardinale Bainbridge, un capolavoro dello scultore Marini e conservato nella chiesa di San Tommaso di Canterbury del Collegio Inglese a Roma, si vede lo stesso stemma con gli scoiattoli e le ascie che si trova sul monumento di Vetralla e nell ‘epitaffio un altro ricordo dei suoi rapporti con questa città del Alto Lazio:
D.O.M.
CHRISTOPHORO ARCHIEP.EBORACEN.
S.PRAXED.PRESB.CARDINALI.ANGLIE
A.IULIO.II.PONT.MAX.OB EGREGIAM
OPERAM.S.R.E.PRESTITAM DUM SUI
REGIS LEGATUS ESSET.ASSUMPTO
QUAM MOX ET DOMI ET FORIS CASTRIS
PONTIFICUS PREFECT.TUTATUS EST.
OBIT.PRID.ID.IUL.A.SAL.
M.D.XIIII